Paolo Jannacci
InventaRio
Mauro Pagani
Pippo Delbono, Petra Magoni e Ilaria Fantin
Enzo Avitabile & I Bottari
Paolo Jannacci Jazz Quartet
Paolo Jannacci Duo Jazz
Ceccarelli & Spinetti
Ferruccio Spinetti - ARIE IN JAZZ
Petra Magoni & Ilaria Fantin
Frida Bollani Magoni
Paolo Jannacci e Stefano Massini "L'uomo nel lampo"
Paolo Jannacci e Enzo Gentile "Ecco tutto qui"
Pippo Delbono, Petra Magoni e Ilaria Fantin
“IL SANGUE”
Più che uno spettacolo teatrale, Delbono ha progettato un concerto in forma drammatica e, con una straordinaria Petra Magoni, ha intrapreso il suo viaggio musicale nella classicità lavorando sul mito di Edipo. È nato così, “Il sangue”, che fin dal titolo cita i temi e i titoli che da qualche tempo costituiscono il territorio culturale e umano di Delbono.
Uno straordinario artista che con una sensibilità tutta personale riesce a leggere la situazione sociale e politica attorno a lui anche attraverso la propria biografia. La condizione tutta particolare della orfanità di Edipo, spogliata dell'aura mitologica della maledizione divina e della Chimera, dell'assassinio ignaro del padre, e della morte che si dà la madre per aver concepito, con lui figlio, altri figli destinati alla maledizione e all'infelicità, diviene la sofferente condizione di sradicamento di una creatura di oggi.
Costretto a misurarsi con la morte e peggio ancora con la vita, ovvero il grumo di rapporti malati e dei non/rapporti di sofferenza che lo allontanano da speranze e illusioni, ma anzi tendono a rinchiuderlo in una invalicabile gabbia di sofferenza. «Solo colui che ha attraversato indenne il confine della vita, solo quell'uomo puoi chiamare felice» dice Sofocle del suo Edipo, e in qualche modo è questa la traccia del percorso che Pippo Delbono e Petra Magoni, con le musiche preziose che Ilaria Fantin trae da strumenti antichi come il liuto e l'opharion, tracciano sul palcoscenico.
Le parole di Pippo trovano eco e musicalità nella vocalità, suadente e prorompente, di Petra Magoni, per poi ricomporsi nelle volute fascinose di melodie rinascimentali, da Peri e Caccini al sommo Monteverdi. Da una parte un'immensa Petra Magoni che veste e spezza le note dentro vertigini, dall'altra Pippo Delbono che, quasi un cristo laico al centro del palco, pianta i chiodi della tragedia e li semina sulla storia personale che poi è la storia di tutti.
Un racconto di compassione che parte da lontano e arriva fino al presente fatto di madri che ci hanno lasciato, di esuli, di lontananze, di addii e di vite vissute da un'altra parte, anche dalla parte selvaggia, come cantava Lou Reed. Ma il musicista americano, spesso evocato dallo stesso Delbono non è l'unico grande ad entrare in questo «concerto sul cielo e la terra». Il pubblico vede prendersi per mano Sofocle e Leonard Cohen, Sinéad O'Connor e Fabrizio De André. L'anima salva, nel finale, è Bobò, attore-feticcio di Delbono, sordo, muto e per quarant'anni rinchiuso in un manicomio.
CREDITI
Ideazione e regia
Pippo Delbono
Con
Pippo Delbono e Petra Magoni
e con Ilaria Fantìn ( liuto, opharion, oud, chitarra elettrica )
Produzione
Compagnia Pippo Delbono
In coproduzione con il Festival del Teatro Olimpico di VicenzaNessun disco presente
Nessun prossimo concerto in programmazione
Immagini
Video
Altro
Nessun partner presente
Antonella Bubba | Management e Booking |
Teresa Maggi | Programmazione E-mail: booking@bubbamusic.it |